giovedì 18 settembre 2008

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo...

E' pazzesco quante trasmissioni interessanti ci siano in TV se - come in un videogioco - hai abbastanza "vite" per superare il livello delle pubblicità, dei talk-show, dei reality, dei film "polpettoni" e dei finti telegiornali. Se riesci a stare sveglio fino all'una di notte, la tua fatica può essere premiata e può capitarti di trovare un Gianni Minoli d'annata che ti racconta 2 fatti sui misteri che ancora avvolgono la morte di Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani che - per chi non se lo ricordasse - fu eletto papa nel '78 e dopo 33 giorni di pontificato morì, per cause che ancora oggi hanno diversi punti oscuri. Inutile dire che queste oscurità hanno concesso a scrittori e giornalisti di formulare diverse ipotesi sulla sua morte: dall'infarto "naturale" (comunicato ufficialmente dal Vaticano) all'omicidio. Premesso che non sono credente - tanto meno se penso che lo stimolo alla fede mi dovrebbe arrivare dalla Chiesa vaticana - confesso che ascoltare i brevi discorsi di papa Luciani nel corso del documentario, è stato stupefacente, soprattutto se confrontati con i "buoni consigli" che ogni tanto pronuncia il nostro "pastore tedesco": la stessa differenza che passa fra una pagina di Saramago e il pensierino delle vacanze di un alunno di 4 elementare... più o meno. Mi accorgo in un attimo di quanto disagio e quanta "scomodità" possa aver creato Luciani dopo la sua elezione. Un uomo che parla semplicemente, che sa comunicare direttamente con la gente e che predica la povertà... pazzesco! E' dai tempi di Gesù Cristo che non si sentivano certe fesserie... avrà pensato il resto del Vaticano: ma chi si crede di essere questo semplice e testardo montanaro? Il buon Marcinkus (allora presidente dello IOR) deve aver pensato: come cazzolina è possibile predicare la povertà senza perdere il lavoro? Senza parlare di ciò che si sarebbe andato a rimestare nella "tinozza" del Banco Ambrosiano, di Roberto Calvi, di Michele Sindona e del venerabile maestro Licio Gelli se - come era intenzione del buon Luciani - Marcinkus fosse stato rimosso dall'incarico. Una semplice riflessione sopra a tutta questa vicenda: i tratti ancora oscuri - dopo 30 anni - sulla morte di Luciani, le contraddizioni palesi con i comunicati ufficiali (di allora) del Vaticano e il suo successivo silenzio, non sono di per sé una risposta chiara e forte al dubbio che ci sia stato qualcosa da "coprire"? Se fosse stata sufficiente un'autopsia per dissipare calunnianti sospetti, perché non farla? Povero Luciani, un bastone troppo tenero per le pesanti ruote di pietra, con le quali il Vaticano avanza nella storia del mondo. Dopo 2000 anni sembra che nessuno più si ricordi le "farneticazioni" del piccolo ometto di Nazareth, lui sì che aveva "le palle", lui si che sapeva "rompere i coglioni" agli uomini seduti sui troni, prova ne è il fatto che c'abbia lasciato la "buccia" prematuramente ed in quel modo a dir poco innaturale. Oggi di quell'ometto non ne vedo traccia nel Vaticano... se non nei crocifissi d'oro appesi ai colli dei vescovi e dei cardinali. Questa Chiesa che non sa più essere stimolo né esempio per alcuno, che razzola maluccio e che non predica più, se non per pretendere leggi clericali da uno stato laico. Questo Vaticano e questi uomini che di "mestiere" dovrebbero convincere la gente come me a credere... (mi vengono i brividi), si stanno dimenticando il "mestiere", occupati come sono ad impararne altri più remunerativi, beh come dargli torto, forse anche loro sono toccati dalla recessione. Forse dovremmo abituarci a pensare al Vaticano come ad uno stato, con i suoi eserciti e le sue guerre, con i suoi poteri e le sue ricchezze economiche, le sue banche e i suoi loschi affari e poco altro, forse con questa idea digeriremmo meglio certi fatti, piuttosto che crederlo il fulcro della spiritualità cristiana, cattolica.

martedì 16 settembre 2008

Hello world!

Alla fine ho ceduto... al piacere di scrivere e soprattutto di essere letto, lo confesso e perché no al coraggio del confronto con gli altri.