domenica 27 dicembre 2009

Superba magia...

Premetto: non mi piacciono i provincialismi e i genovesi che, un po' come tutti forse, ne sono vittime. Non voglio essere etichettato da chi legge, come uno di quelli...
ultima domenica prima di Natale, giro per regali, nel centro-storico... l'atmosfera non è ancora quella nevrotica dell'ultimo giorno utile ma è già calda. Mi godo la magia delle luci, dei fiocchi rossi e della gentilezza - forse male ispirata dal Natale - dei commessi genovesi (li conosco e so che per molti è una gran fatica). Sono dentro al centro storico, un presepe vivente sempre molto multi-etnico. Giro fra i vicoli più conosciuti e quando mi prende, mi "tuffo" in quelli sconosciuti e mi lascio guidare soltanto dal mio senso dell'orientamento e da una legge genovese: se scendi vai al porto, se sali arrivi in centro. E' uno dei casi in cui mi compiaccio della mia ignoranza che mi regala la magia sempre nuova di stradine sconosciute. A momenti assaporo la sensazione autentica di trovarmi in una città che non conosco, poi cammino ancora e mi si rivela un angolo noto della Superba e da lì ricomincio il mio giro consapevole. Assaporo il gusto di un centro storico che non finisce mai, il cuore caldo della città, quello fatto di portoncini con gli affreschi nei soffitti a volta degli androni, dei selciati umidi che odorano di vita, dei panni stesi fra il metro d'aria che separa due palazzi, delle lampadine rosse del ghetto, poco natalizie ma dietro le quali si celano storie di vita e di quelle delle luminarie: più poetiche ma per me, meno evocative.
Questa è Genova a Natale, questa è la sua magia...

lunedì 21 settembre 2009

Fratelli d'Italia... parà-parà

Qualcuno se la sente di dire: "6 terroni in meno!"? Qualcuno se l'è sentita, se non di dirlo almeno di scriverlo sui muri, a Livorno e a Milano. Qualcuno (Roberto Saviano) bontà sua, si è sentito di difenderli: in questo filmato ma a parte questo...
Ogni volta riparte il grande spettacolo degli eroi morti per la pace, poco importa se spinti dalla prospettiva di un buono stipendio a dire:"Lo giuro!". Ogni volta il cordoglio e le lacrime di chi ha deciso di mandarli a morire. Ogni volta lo spettacolo riparte: i poveracci morti ammazzati perché credono nello stato come patria, i governanti con gli occhi lucidi perché credono nello stato come business, la gente comune confusa perché non crede e basta.
Ogni volta penso: poveretti loro e ancor di più le loro famiglie perché ancora in vita a sfinirsi di un dolore assolutamente inutile. Inutile, fintanto che chi lavora nella politica non ha lo stesso senso di patria di chi parte e muore.
Il valore militare: sento le interviste ai parà... mi sembrano uomini accecati nell'intelletto, votati al "corpo", alla missione, alla patria. Questo - mi rispondo - è necessario, altrimenti una persona di buon senso che ha una famiglia da mantenere, non parte per Kabul, o forse sì perché lo trova più dignitoso che fare la fila al collocamento. Ho tristezza in cuore a vedere questi morti, prede di un inganno che vale quanto la loro vita. Mi sento di dirgli: grazie ma... non era il caso.
E' sbagliato definirli: caduti sul lavoro? In fondo, lo fanno di professione... in fondo un morto per 130 euro al giorno, non lo è di più di un morto per 50. Un pensiero rispettoso a chi tutti i giorni si mette su una strada per sostenere la famiglia e muore sulla cronaca locale, senza frecce tri-colore e senza le lacrime del Presidente del Consiglio.
Ogni volta con le loro vite tengono alto il nome dell'Italia, mentre qui in Italia ci pensano gli uomini che piangono ai loro funerali, a riabbassarlo.
Questi morti sul lavoro hanno qualcosa in più degli altri: l'inganno di credere in un senso di patria che non c'è più, qui, in patria.

giovedì 3 settembre 2009

Zambia inside

Lo Zambia è un paese sottosviluppato e sofferente oppure è un paese di grande civiltà umana e sorridente?
E' un paese che ha molta strada da percorrere per raggiungere il benessere, quello che noi abbiamo superato, trovando il vuoto oltre. Per chi sperimenta quotidianamente questo vuoto, gli zambiani che ho incontrato, si offrono di colmarlo, accettando con il sorriso e le mani giunte - palme al cielo - dei più piccoli, ogni aiuto donato con il cuore.
Qui chi crede in un dio, offre per amore verso i "fratelli"; chi più semplicemente crede negli uomini buoni e si lascia impregnare dalla sofferenza degli ultimi, può fare altrettanto.
Per quelli a cui i reality non offrono più alcuna emozione, è un viaggio che consiglio. Non è come vedere un documentario in TV, anche se le immagini sono quelle a cui siamo abituati.
L'emozione dello sguardo di un bimbo nero che ti sorride mentre fa la fila per il suo piatto di polenta e porridge (di noccioline), non passa attraverso il vetro della TV.
Non sono andato in Zambia per donare nulla (a parte qualche vestito che mi sono portato dietro) ma per fare il pieno di emozioni e saziare una curiosità, per capire di cosa è fatta la povertà.
Ora la voglia è tesa ad organizzare il miglior aiuto possibile, a "svegliare" amici e conoscenti dal torpore di questa fetta di mondo.

mercoledì 17 giugno 2009

IO NON DONO UN FOTTUTO EURO PER I TERREMOTATI DELL'AQUILA

Percorro la sopraelevata, in auto, ascolto la radio: una canzone che da tempo sento distrattamente, cantata da 56 artisti italiani (quasi una parola a testa). Il titolo: "Domani 21/04.09" è parte di un progetto voluto - fra gli altri - da Jovanotti (bontà sua), i proventi (5 euro a CD) serviranno alla ricostruzione del conservatorio e del teatro stabile dell'Aquila. Bene. Bravi... Chiunque si commuoverebbe almeno un po' davanti ad un'iniziativa così sentimentale e poetica, come quella di prestarsi a cantare per una finalità nobile e generosa legata alla cenerentola d'Italia: la cultura. Mi ricorda U.S.A. for Africa, il live Aid, Bob Geldof, vi ricordate? (http://it.wikipedia.org/wiki/Live_Aid).
Chiunque si sentirebbe trasportato dall'impeto di correre in negozio e comprarne 3, 4, 5 copie magari da regalare e fare un bel gesto. Io non ho quest'impeto, non me lo spiego proprio ma ne ho un altro: mi incazzo come un puma e penso: "ma perché in un paese dove la classe politica governante percepisce stipendi da 15.000 euro netti al mese (http://beppegrillo.meetup.com/boards/thread/2491806) e parte se li spende in cocaina (http://www.bluevolvox.net/2008/06/droga-in-parlamento-scatta-condanna-alle-iene), perché c'è bisogno di smobilitare 56 artisti italiani per raccogliere "2 sacchi" per ricostruire un cacchio di teatro? Perché c'è bisogno che migliaia di poveracci, "raggirati" sentimentalmente debbano spedire un SMS per donare un euro "pro terremotati". IO NON LO FARO'! Non comprerò alcun CD, non manderò alcun SMS. Non prima di sapere che ogni singolo parlamentare "ha tirato la cinghia" e ha vissuto per un mese solo con 10.000 euro netti e ha donato gli altri 5.000 (mille copie del CD) al fondo pro terremotati.
Almeno Bob Geldof aveva smobilitato decine di artisti, nientemeno che per aiutare i morti di fame dell'Etiopia: un problema mondiale (nel senso che era sotto gli occhi di tutto il mondo ma nessuno lo aveva ancora risolto) ma questi poveracci devono solo ricostruire un teatro, perché lo stato ha le "pezze al culo" tanto che non se lo può permettere? Mi dispiace per i terremotati ma farò beneficienza ai poveracci di un altro stato, non del mio!

mercoledì 10 giugno 2009

Il vuoto dentro

L'incomunicabilità, come una presa alla gola, come urlare e non sentirsi, come incontrarsi nella stessa stanza ma provenendo da continenti diversi... Quando credi di poterti far capire da tutti, scendi poi nella profondità dei sentimenti, del comportamento e lì, le inflessioni del ragionamento diventano dialetti diversi e poi lingue diverse, incomprensibili. Pensi che sei partito comunicando e sei arrivato a parlare da solo e quasi non comprendi il suono che ti esce dalla bocca. La peggiore sensazione al mondo, dopo quella di non vedere è quella di non riuscire a farsi capire. Come tornare all'infanzia: voler esprimere un bisogno e non essere compresi.
Un passo del Vangelo di Matteo dice: "A ciascun giorno basta la sua pena." Oggi, questa era la mia.

lunedì 16 marzo 2009

Born to run

Così cantava "The Boss":

ti amerò con tutta la follia della mia anima
un giorno, ragazza, non so quando, arriveremo in quel posto
dove veramente vogliamo andare
e cammineremo nel sole
ma fino ad allora, i vagabondi come noi
tesoro, sono nati per correre.

Oggi riprendo a correre dopo averlo desiderato per settimane e appena parto, un grande senso di libertà mi percorre dalla testa ai piedi. Negli occhi la luce del tramonto, il golfo di Camogli, il mare: l'unico posto abbastanza grande per contenere tutti i pensieri che ho in testa ed in quel luogo sembrano trovare pace...
Correre, sentirsi in corsa perché se ti fermi sei perduto, la corsa come metafora della vita: le persone che supero sono i miei ricordi, quelli che mi corrono davanti, i miei sogni.
La musica nelle orecchie che cambia ritmo ed io con lei perché la vita non ha sempre lo stesso andamento, perché a volte corri e a volte cammini. Il cuore fatica di più se cambi ritmo ma questo ti impone la vita stessa con le sue salite e le sue discese.
Finché hai cuore per amare, corri!
Quando rinuncerai a correre per non affaticarti, quando rinuncerai ad amare per paura di soffrire, sarai un morto che respira.
E spesso nella vita mi sento quel vagabondo, nato per correre.

lunedì 2 marzo 2009

The last Englaro

Deprechiamo il fanatismo religioso, l'integralismo e poi lo pratichiamo: le associazioni cattoliche, e i cardinali in difesa per la vita, scendono nell'arena ma 'sta volta i cristiani non sono le vittime, sono le belve, i gladiatori. Ipocriti armati di buoni principi sulla vita, si fanno scudo con il 5° comandamento. 'Sta volta le vittime sono 13 "assassini" (Beppino Englaro davanti a tutti) che hanno "ucciso" Eluana.
Gli stessi che accusano Englaro di aver strumentalizzato la morte della figlia come mezzo di propaganda per l'eutanasia, loro stessi non hanno rispetto per chi vive veramente una vita cosciente e percepisce il dolore e reagisce ed è in grado di manifestare sentimenti. Loro che difendono la vita dei "morti", non hanno pietà per un uomo distrutto dalle vicende tristi della propria, sventurata vita.
Loro fanno tutto ciò per propaganda, per essere "illuminati" dalle luci della ribalta giornalistica.
La dignità cattolica sembra essere affidata ad un solo uomo, in grado di rappresentarla degnamente: don Antonio Mazzi un uomo illuminato e saggio che dispensa pietà, tanta pietà, anche quella che manca al Cardinale Javier Lozano Barragan.

venerdì 23 gennaio 2009

Misery non deve morire... Eluana nemmeno!

E a tenerla in vita saranno questi sterili e grotteschi duelli fatti a colpi di sentenze che da una parte sanciscono un diritto di azione e di "consigli" - dall'altra - dati come faceva il Padrino di Coppola, ai medici cattolici giacché incapaci di intendere e di volere e soprattutto di scegliere secondo coscienza.
La coscienza non è più libera ma proprietà privata della Chiesa. Una forma blanda ma autentica di integralismo religioso. Ma se perfino Dio ci ha concesso il libero arbitrio... adesso ce lo facciamo fregare da Sacconi!
Eluana: carne morta, lavata di ogni dignità umana, "promossa" ad emblema della lotta fra Chiesa e laicità. Eluana che non deve morire: la bandiera dello Stato del Vaticano da piantare su quella fetta di "territorio della coscienza", italiano, che vuole fortissimamente conquistare. Non importa più il dolore, il senso della vita, la pietà... tutto è accantonato per fare spazio sul ring. Per dare luogo alla commedia grottesca. Oramai è una lotta fra cani rabbiosi.

venerdì 9 gennaio 2009

Il sogno

Guido nel traffico e la testa è ancora avvolta dalle sensazioni lasciate da un sogno: un lungo strascico dolce e melanconico che ancora intorpidisce il pensiero vigile e sembra assorbire - ora - tutte le forze che mi serviranno per arrivare in fondo a questa giornata. Una voglia infantile di ricacciarmi nel sogno ed esserne assorbito per sempre. Il desiderio di vivere in una bugia ma non posso concedermi il lusso della scelta come Keanu Reeves nel primo Matrix.
I sogni danno; i sogni tolgono...