giovedì 20 maggio 2010

Dio? No, grazie

Il dio che ti ha dimentica lì, non è degno di essere il mio dio... ha perso un'occasione per essere buono e ne ha colta una per essere crudele. D'altra parte un dio che lascia morire suo figlio è già partito con il piede sbagliato per calpestare la terra di questo mondo. Un dio che non vedo, che non sento, da cui non ho nulla, è un dio di cui non so che farmene. E' un dio che se esiste o non esiste, non fa alcuna differenza: con lui o senza, nulla sarà diverso della mia esistenza.
A chi basta vedere la luce di un tramonto o i colori di una farfalla per essere certo della sua impronta su questa terra, dovrebbe conoscerti ora e vedere come la stessa natura che "dipinge" le ali alle farfalle, muta anche i prioni che stanno spegnendo la tua vita. In questo io credo: siamo leggeri e fragili come foglie secche, accartocciabili in ogni istante, senza un motivo, senza un fine ultimo, senza un disegno. La natura è meraviglia e atrocità: a voi scegliere se testimonia la presenza di dio o la sua scomoda assenza. Se un giorno sarò al suo cospetto sarà lui a dover rendere conto di tutto questo.

martedì 11 maggio 2010

Io cammino...

un passo avanti ad un altro: il mio piede si appoggia sull'asfalto, le mie fibre generano impulsi fatti di elettricità, fatti di ioni di sodio, fatti di atomi, che si propagano fra miliardi di membrane cellulari fino ad arrivare in una parte precisa della mia testa ed ecco che ora avverto la sensazione che il terreno produce, adesso questi impulsi vorticano, si modificano, altre sostanze chimiche li propagano, scatenano sensazioni, percezioni, attraversano memorie antiche di decine di migliaia di anni, che ci hanno evoluti alla posizione eretta e solo dopo tutto ciò, generano altri impulsi che ritornano per altri ioni, per altri atomi, riattraversando miliardi di altre cellule, correndo verso i muscoli della gamba e qui giungono con precise informazioni, ogni sforzo è preciso al millimetro, ogni contrazione di ogni fibra muscolare che serve per tenere l'equilibrio esatto del mio corpo... e mi appoggio e un altro passo si compie cadendo in avanti. Tutto questo accade in poco meno di un secondo, ad ogni singolo passo.
Questa è la straordinarietà che si scatena e si rinnova in un gesto così semplice, compiuto di certo senza fare caso, magari mentre penso ad altro o parlo o rido o piango...pensando a te... tutto questo per te è avvolto in una smisurata, infinita difficoltà.
I tuoi occhi guardano l'invisibile, ti accarezzo una mano, ti scuoti in un sussulto incontrollato, oscillando ti calmi nuovamente, torni a guardare l'ignoto, quello stesso mistero che vedono i miei occhi guardandoti.