La propaganda sul fascismo e sul nazismo non ha aspetti meritevoli di essere ascoltati o letti quindi ogni forma di protesta che vada dall'esserci al "non esserci" è lecita e meritoria.
Si tratta di forme diverse di protesta e non di censura, come qualche frignone poco attento ai termini, tenta di far credere.
La casa editrice ha partecipato liberamente alla fiera, non le è stato impedito di esporre quindi mi chiedo: dov'è la censura?
La protesta quella sì, dovuta, in ogni sua forma.
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