mercoledì 12 novembre 2008

Ci scusiamo per l'interruzione, i diritti umani verranno ripresi, appena possibile

Possiamo ancora fare gli splendidi e sentirci in uno stato altamente democratico e civile? Possiamo credere con fiducia nell'integrità delle forze dell'ordine? Oppure dobbiamo temere di non poter sempre esprimere il libero pensiero e sospettare che le forze di polizia non siano sempre dalla parte dei cittadini inermi e provare una certa diffidenza? Guzzanti direbbe: "la seconda che hai detto". Questa settimana la sentenza per i 29 poliziotti accusati delle violenze nell'irruzione alla scuola Diaz, durante il G8 del 2001. I 93 "no global" arrestati durante quella sanguinaria irruzione, furono tutti scagionati.
A distanza di anni, ogni volta che leggo pagine di cronaca di quel giorno e dei successivi, devo smettere ad un certo punto, perché non ho abbastanza "stomaco" per arrivare in fondo alle descrizioni delle sevizie e degli abusi subiti da decine di persone giovani e meno giovani, durante le operazioni repressive di polizia e carabinieri, in quei giorni.
In quei giorni i diritti umani sono stati temporaneamente SOSPESI, lo denuncia Amnesty International e lo hanno denunciato i diplomatici di Germania e Inghilterra, SOSPESI per fare spazio alla violenza furiosa, dopata e aizzata delle "forze dell'ordine". SOSPESI per fare posto alle prognosi riservate, alle teste spaccate a colpi di manganello. SOSPESI per consentire l'azione di "branchi" feroci, armati, contro persone inermi e innocenti. In sette anni la verità è uscita in buona parte, il tempo ha "vomitato" molti particolari, molti inganni (tra cui il falso ritrovamento delle 2 molotov), molti fatti certi, al punto che oggi non c'è più spazio per discussioni sulla colpevolezza, sulla parte dalla quale sta il torto o la ragione. Nessuna discussione sensata può essere ragionevolmente ascoltata in merito. Chi ancora oggi può essere convinto della necessaria azione delle "forze dell'ordine" alla Diaz, è solo un ingenuo, estremamente poco documentato.
Il mio desiderio maggiore è che non si confonda la memoria di quei fatti in quei giorni. Un senso di claustrofobia mi prende quando sento persone che ad oggi liquidano l'accaduto con un giudizio riduttivo e sbrigativo e molti pensano pure che "certi teppisti se lo meritavano"...
Credo che se non mi importasse nulla del mio paese, non mi vergognerei così tanto di ciò a cui ho assistito in quei giorni di luglio...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche se avete chiuso
le vostre porte sul nostro muso
la notte che le pantere
ci mordevano il sedere
lasciandoci in "buona fede"
massacrare sui marciapiedi
anche se ora ve ne fregate,
voi quella notte voi c'eravate.

E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le "verità" della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti
.

(grazie Faber)

Rafaz ha detto...

impareggiabile cantautore e poeta...

Anonimo ha detto...

L'ordinamento penale italiano non contempla il reato di tortura e maltrattamenti commessi da pubblici ufficiali, disattendendo una serie di convenzioni e protocolli internazionali di cui pure l'Italia è firmataria da decenni. Nella migliore delle ipotesi i colpevoli saranno perseguiti per reati ordinari che, nella peggiore della migliore delle ipotesi, sono già prescritti. Non sono sicura di vivere in uno stato di diritto, ancorchè civile, e forse la civiltà di un paese andrebbe misurata sulle sue leggi.

(grazie Nino, per Faber)

Anonimo ha detto...

che tristezza... ho appena saputo delle misere condanne comminate... tutti assolti i vertici... mah...

Rafaz ha detto...

Eh eh... è stato scritto un altro copione della commedia all'italiana